Gli immobili sono spesso considerati molto più che un bene materiale: sono frutto di anni di duro lavoro, sia esso il proprio o quello di familiari scomparsi, che hanno lasciato appunto le proprietà immobiliari come loro eredità. Ecco che diventa primario il rendimento dell’immobile, ma anche la cura e la manutenzione del medesimo.
Da queste esigenze nasce la figura professionale del Property Manager, letteralmente “colui che gestisce proprietà”.
Non vi è (ancora) un codice ATECO che definisca con precisione l’attività, né un albo; possiamo però provare ad elencare quali siano le caratteristiche imprescindibili che chi svolga professionalmente un’attività da Property Manager deve possedere.
Dal punto di vista delle “soft skills”, un Property Manager deve essere un buon commerciale, con marcate doti di empatia, in grado di comunicare fiducia e affidabilità. Deve però anche possedere una sufficiente dose di assertività, al fine di far rispettare le aspettative della proprietà relative al rendimento e alla manutenzione.
Per quanto riguarda invece gli adempimenti burocratici necessari per esercitare la professione occorre aver costituito una società a questo scopo o aver aperto una partita IVA.
Questo può sembrare scontato, ma rende il lavoro del Property Manager trasparente e legale, ben diverso da chi affitta in modo “improvvisato ed amatoriale” le proprietà di famiglia, magari trasformandola semplicemente, per qualche mese, in una casa vacanze. Il Property Manager riesce invece ad ottimizzare a lungo termine il rendimento di un immobile.
E voi, conoscevate questa figura professionale? Vi affidereste ad essa?