Come vi abbiamo già reso noto, la pandemia ha avuto un notevole impatto anche sul mercato immobiliare. Questo mercato, infatti, in molte località italiane si è spostato sempre più verso le locazioni residenziali, a medio – lungo termine. Infatti, molti proprietari di immobili usualmente destinati alla locazione turistica, hanno lasciato questa attività per dedicarsi alle locazioni residenziali. Questo ha causato un aumento dell’offerta e quindi maggiori possibilità di scelta per i potenziali affittuari. Non a caso è stato anche registrato un crescente interesse per soluzioni abitative spaziose e con esterni, “di qualità” e collocate in zone ben servite.
Ci sono anche dati molto positivi: nei primi sei mesi del 2020, nei capoluoghi di provincia italiani, le famiglie che hanno preferito l’affitto all’acquisto di un’abitazione sono aumentate del 3%.
Inoltre, secondo le statistiche relative ai primi mesi del 2020, la percentuale degli studenti in affitto è rimasta abbastanza invariata. Tuttavia occorre attendere i primi mesi del 2021 per poter valutare complessivamente l’andamento di questo fenomeno, anche in relazione alle variazioni che ha subito l’organizzazione dell’anno accademico.
Molto interessanti sono anche i dati che riguardano l’aumento dei contratti di affitto in seguito alla crescita del fenomeno dello smart working. Sempre più frequente è il ricorso al canone concordato, caratterizzato da una maggiore flessibilità e transitorietà. È stato spesso adottato dai proprietari di immobili usualmente destinati al turismo, così da poter tornare in tempi brevi ed in modo agile alla precedente soluzione. Inoltre il contratto a canone concordato, dati gli importi calmierati, risulta essere un’interessante agevolazione per tutti coloro i quali temano o stiano subendo le conseguenze di questo difficile momento di transizione.
Fonte: L’Economia – Corriere della Sera